Il Cavallino deve pensare al futuro sfruttando l’esperienza del pilota inglese. Intanto il Mondiale se lo giocano i piloti McLaren…
Siamo a metà del libro, ma su come andrà a finire la storia principale si è già capito tutto. Il GP di Gran Bretagna di ieri, dodicesimo appuntamento sui ventiquattro in calendario, ha certificato che il Mondiale è una questione fra i due piloti McLaren, che i miracoli di Verstappen non sono più sufficienti per la Red Bull attuale e che la Ferrari ha bisogno di tranquillità e di riordinare le idee per concentrarsi soprattutto sul 2026. Iniziamo dal Cavallino. Nonostante il lavoro e gli sviluppi, la coperta della SF-25 resta corta: Silverstone aveva illuso sulla caccia alla pole e in cambio ha regalato una discreta delusione (complice il meteo) sul passo gara. Dai test invernali in Bahrain a oggi, sono stati esplorati tutti gli assetti possibili e immaginabili senza mai trovare la soluzione e la competitività assoluta, segno che il problema della monoposto non dipende solo da qualche particolare. A Spa arriverà una nuova sospensione posteriore ma pensare che possa portare in un istante la rossa ad altezza McLaren è irragionevole. La ricetta è semplice e richiede grande pazienza: ogni intervento tecnico va finalizzato alla vettura del prossimo anno, utilizzando la seconda metà della stagione per integrare sempre più Hamilton in squadra e per recuperare Leclerc che in Inghilterra ha vissuto due giorni piuttosto difficili.
l’esperienza di lewis
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Serve coerenza: ingaggiare Lewis – che dal 2008 ha vinto sette Mondiali piloti mentre la Ferrari nel frattempo ne ha portati a casa zero – significa accettare, e dunque sposare, la sua visione del lavoro e della vettura. Chi vuole tutto e subito, e non conosce come funziona la F.1, considera le sue difficoltà con una monoposto troppo incostante nel suo comportamento come conseguenza di un declino del fuoriclasse di una volta. Ma quello che l’inglese predica da un po’ – da quando ha inquadrato la situazione a Maranello – è un cambio di filosofia, un progetto futuro meno estremo, con una buona base di carico in grado di rendere più facile la vita ai piloti, che scarsi non sono. La qualcosa servirebbe come il pane anche a Leclerc, che a colpi di frustrazioni e sofferenze è arrivato a mortificarsi (sabato dopo le qualifiche) e a tentare una mossa ai limiti del disperato (ieri, con il cambio gomme dopo il giro di ricognizione in gara). Correre sempre oltre il limite, quando la stabilità del retrotreno va e viene, espone ad errori e indecisioni anche talenti limpidi come il suo. Il monegasco sarà anche il più severo giudice di se stesso, e gli fa onore, ma l’autostima nello sport resta fondamentale: Charles va calmato e ricaricato.
duello mclaren
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La consolazione di giornata per la Ferrari viene dall’aver allungato al secondo posto in classifica costruttori: da + 1 a +12 sulla Mercedes, con l’aiuto peraltro del “suicidio” strategico delle Frecce d’argento. Ma lo sguardo va puntato con decisione e senza paura verso il futuro. Anche perché la pratica iridata riguarda ormai solo Piastri e Norris. Verstappen, che a Silverstone si è preso la pole da fenomeno scaricando in modo considerevole l’ala posteriore, in gara ha faticato: un conto è viaggiare sul filo per un giro secco, un altro per i 300 km e oltre di un’intera corsa. La pioggia non ha aiutato Max, ma le McLaren erano oggettivamente inavvicinabili per tutti. Adesso, con solamente 8 punti tra Oscar e Lando, ad avere problemi sarà unicamente il loro team principal Andrea Stella, cui vanno fatti tanti complimenti per ciò che lui e Zak Brown (il numero uno del team di Woking) hanno creato. Vedremo se e quanto Piastri (ieri autore di un errore costato molto caro) e Norris reggeranno la pressione di un duello ravvicinatissimo, e già caldo in Canada e in Austria. È diventato il tema della stagione. Mentre l’interesse, con il passare del tempo, si sposterà sul mercato: perché i contatti tra la Mercedes e Verstappen, mai smentiti con la dovuta forza da entrambe le parti, possono portare a un’autentica rivoluzione negli equilibrii della F.1.
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