La riduzione dell’anidride carbonica è essenziale per il clima, ma l’uso del carbone per produrre energia cresce soprattutto in Asia. L’Europa guida la decarbonizzazione auto, mentre Cina, Corea, Giappone e USA affrontano sfide energetiche e ambientali. Serve un impegno globale coordinato per ridurre davvero le emissioni
La riduzione delle emissioni di CO2 è una sfida globale, e il settore automobilistico gioca un ruolo chiave. Paesi come la Repubblica popolare cinese (Rpc), la Corea del Sud, il Giappone, l’Unione Europea e gli Stati Uniti stanno puntando sull’elettrificazione delle auto per decarbonizzare i trasporti. Tuttavia, la dipendenza dal carbone per la produzione di energia rischia di vanificare questi sforzi. In Cina e in Corea del Sud, il carbone domina ancora la rete elettrica, limitando i benefici dei veicoli elettrici. In Giappone, l’elettricità “sporca” frena la decarbonizzazione, mentre in Europa, dove le rinnovabili sono più diffuse, l’elettrificazione ha un impatto maggiore. Negli Usa, la situazione varia da stato a stato, con alcune regioni ancora molto dipendenti dai combustibili fossili. La sfida è quindi globale e richiede una transizione energetica integrata per rendere davvero sostenibile la mobilità.
Il caso cinese
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La Cina è leader mondiale nella produzione, nella vendita e nella realizzazione di veicoli elettrici (Ev). La politica governativa sui veicoli Ev impone alle case automobilistiche di rispettare quote annuali di produzione e vendita di veicoli elettrici e ibridi plug-in (Phev) raggiungendo, nel 2023, una vendita globale di oltre 8 milioni di veicoli, che rappresentano più del 60% del mercato globale. I colossi automobilistici cinesi sono profondamente integrati in questa transizione. Ad esempio, Byd punta a produrre il 100% di auto elettriche entro il 2025, avendo cessato nel 2022 la produzione di veicoli spinti esclusivamente da un motore a combustione interna. Inoltre sta investendo molto nell’innovazione e riciclo delle batterie e nella riduzione dell’impronta di carbonio per la loro produzione. Anche Geely ha annunciato dei piani di elettrificazione aggressivi, puntando al 60% di vendite di veicoli elettrici entro il 2025 e la presentazione di nuove piattaforme e tecnologie per le batterie.

Nonostante la rapida crescita dei veicoli elettrici, la Cina rimane fortemente dipendente dal carbone per la produzione di energia elettrica. Infatti, nel 2023, il carbone rappresentava il 61,2% della produzione totale di elettricità cinese. Le regioni che ospitano i centri di produzione di batterie e veicoli elettrici, come Shanxi, Mongolia interna e Guizhou, dipendono in larga misura dalle centrali elettriche a carbone, creando un’elevata impronta di carbonio a monte della catena di fornitura dei veicoli elettrici. Sebbene la Cina stia aumentando la capacità di energia rinnovabile, si prevede che il carbone rimarrà la principale fonte di energia elettrica fino al 2030, a causa delle preoccupazioni relative alla sicurezza energetica.

La Corea del Sud
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Seul ha fissato obiettivi nazionali ambiziosi per la neutralità delle emissioni di carbonio entro il 2050, con il settore dei trasporti che svolge un ruolo fondamentale. L’iniziativa Green New Deal del governo, lanciata nel 2020, stanzia fondi significativi per accelerare l’adozione dei veicoli elettrici, l’espansione delle infrastrutture di ricarica e lo sviluppo di veicoli a celle a combustibile a idrogeno. Le aziende automobilistiche coreane Hyundai e Kia hanno abbracciato l’elettrificazione in modo aggressivo: Hyundai punta alla completa elettrificazione dei veicoli passeggeri entro il 2040, mentre Kia prevede di lanciare 14 nuovi modelli elettrici entro il 2027. Nonostante le progressive politiche automobilistiche, il mix di generazione elettrica della Corea del Sud rimane parzialmente dipendente dal carbone.

Nel 2023, le centrali elettriche a carbone hanno rappresentato circa il 38% della produzione totale di elettricità, considerando che Seul, entro il 2038, intende ridurre la quota del carbone poco più del 10%. Nonostante questo progetto, molti centri di produzione automobilistica dipendono ancora da reti elettriche alimentate a carbone, limitando le riduzioni nette delle emissioni di carbonio ottenibili solo attraverso l’elettrificazione dei veicoli. L’energia consumata durante la produzione delle batterie e l’assemblaggio dei veicoli è spesso alimentata dal carbone, annullando i miglioramenti delle emissioni del ciclo di vita che l’adozione dei veicoli elettrici comporta.

Il Sol Levante
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Il Giappone punta alla neutralità delle emissioni di carbonio entro il 2050, con obiettivi ambiziosi per i veicoli elettrici e ibridi sostenuti dalla strategia di crescita verde. Toyota promuove le tecnologie ibride e a celle a combustibile a idrogeno e prevede di portare i veicoli elettrici al 20% delle vendite entro il 2030. Nel 2024, il carbone ha fornito circa il 28,3% dell’elettricità, rappresentando ancora una fonte importante per la produzione di energia per il settore automobilistico.
La visione europea
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L’Unione Europea è al primo posto a livello mondiale per quanto riguarda le politiche verdi per la decarbonizzazione del settore automobilistico. Il pacchetto “Fit for 55” dell’UE mira a ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, puntando alla completa eliminazione dei motori a combustione interna entro il 2035. Le case come Volkswagen e Renault si sono impegnate a realizzare linee di veicoli elettrici al 100% entro il 2030 e stanno effettuando ingenti investimenti nella produzione di batterie e nell’utilizzo di energia pulita nelle fabbriche. L’Europa ha compiuto progressi significativi nella riduzione della dipendenza dal carbone, che nel 2023 ha rappresentato circa il 15% della produzione di energia elettrica, rispetto a oltre il 40% di dieci anni fa. Questa riduzione è dovuta agli investimenti su larga scala nelle energie rinnovabili e nel gas naturale come combustibili di transizione. Tuttavia, alcune regioni, soprattutto nell’Europa dell’Est, dipendono ancora dal carbone, il che limita i benefici netti di decarbonizzazione dell’elettrificazione dell’auto in quelle aree.

Gli Stati Uniti
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Sotto l’amministrazione Biden, gli Stati Uniti hanno fissato obiettivi ambiziosi per raggiungere le emissioni nette zero entro il 2050, con particolare attenzione all’elettrificazione del settore dei trasporti. Le politiche dell’amministrazione prevedono sussidi per l’acquisto di veicoli elettrici, investimenti in infrastrutture di ricarica e incentivi alla produzione pulita. I principali produttori, come General Motors e Ford, si sono impegnati a produrre linee a maggioranza elettrica entro il 2035 e stanno investendo molto nella tecnologia delle batterie e nelle energie rinnovabili nelle loro catene di fornitura. Nonostante i progressi, nel 2023 il carbone rappresenterà ancora circa il 22% della produzione di elettricità negli Stati Uniti. Tuttavia tali politiche sono state rovesciate dalla recente legge voluta dal presidente Trump che cancella i sussidi alle auto elettriche.

Il carbone nella produzione di energia per autoveicoli
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Se da un lato il passaggio globale ai veicoli Ev promette sostanziali riduzioni delle emissioni, dall’altro emerge un paradosso critico: l’energia utilizzata per la produzione di questi veicoli e delle loro batterie proviene spesso da centrali elettriche alimentate a carbone. Questa dipendenza dal carbone nella fase di produzione compromette in modo significativo il risparmio di carbonio che le auto elettriche offrono durante la loro vita operativa. La produzione di batterie è ad alta intensità energetica e richiede grandi quantità di elettricità per l’estrazione delle materie prime, la produzione delle celle e l’assemblaggio. Nelle regioni in cui il carbone rimane la fonte primaria di energia elettrica, come la Cina, alcune parti della Corea del Sud e alcuni stati degli Stati Uniti, l’impronta di carbonio della produzione di veicoli elettrici è sostanzialmente elevata. Ad esempio, alcuni studi stimano che la produzione di batterie in regioni dipendenti dal carbone può produrre da due a tre volte le emissioni di CO2 rispetto a quelle alimentate da energie rinnovabili. Questo paradosso evidenzia che la transizione verso i veicoli elettrici da sola non è sufficiente senza una contemporanea decarbonizzazione delle reti elettriche. Un’auto assemblata in una fabbrica dipendente dal carbone può compensare gran parte dei benefici in termini di emissioni operative ottenuti durante la sua vita. Pertanto, per ridurre efficacemente le emissioni di CO2 è necessario un approccio sistemico che integri l’energia pulita nell’intera catena di fornitura automobilistica, dalle materie prime alla produzione e all’utilizzo.

difficile rinunciare
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La necessità di ridurre la CO2 atmosferica è urgente per mitigare i cambiamenti climatici, ma la realtà dell’aumento dell’uso del carbone in molte regioni rappresenta una sfida significativa. Paesi come la Cina e la Corea del Sud, pur essendo leader nell’adozione dei veicoli elettrici, dipendono ancora fortemente dal carbone per l’elettricità, il che annulla molti dei vantaggi derivanti dalla decarbonizzazione del settore automobilistico. Il Giappone, l’UE e gli Stati Uniti mostrano livelli variabili di progressi nell’eliminazione del carbone, ma nessuno di essi ha eliminato completamente il carbone dal proprio mix energetico che alimenta la produzione automobilistica. Pertanto, solo attraverso sforzi globali coordinati che affrontino sia l’elettrificazione del settore automobilistico sia la dipendenza dal carbone si possono ottenere riduzioni significative delle emissioni di CO2.
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