Entro la fine dell’anno fiscale 2027 la casa automobilistica giapponese trasferirà la propria produzione nella filiale di Kyushu
Nissan ha deciso di terminare la propria produzione di veicoli presso lo storico stabilimento di Oppama, situato nell’omonimo distretto posto a sud di Tokyo, entro la fine dell’anno fiscale 2027. Nell’ambito della ristrutturazione globale prevista dal piano di rilancio Re:Nissan, la produzione sarà così trasferita e integrata presso la filiale Nissan Motor Kyushu, nella Prefettura di Fukuoka, nel Giappone sud-occidentale. Una decisione che, come spiegato dall’azienda nipponica, riguarda solamente questa struttura e non comporterà modifiche ad altre strutture e funzioni che continueranno le proprie attività normalmente, come il centro di ricerca, il circuito Grandrive e l’impianto di crash test. “Nissan ha preso una decisione difficile, ma necessaria. Non è stato semplice, né per me né per l’azienda, ma credo sia un passo fondamentale per superare le sfide attuali e costruire un futuro sostenibile”, ha affermato in un comunicato Ivan Espinosa, amministratore delegato del marchio giapponese da aprile 2025.
La nuova strategia di Nissan
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Dopo la cessazione della produzione, Nissan valuterà poi quale potrà essere il futuro utilizzo del sito di Oppama. L’impianto è entrato in funzione nel 1961 e ad oggi ha prodotto oltre 17,8 milioni di veicoli. I circa 2.400 dipendenti attualmente impiegati resteranno in organico fino alla fine dell’anno fiscale 2027 e l’azienda ha dichiarato che terrà colloqui con i sindacati riguardo il futuro dei lavoratori dello stabilimento di Oppama. Nissan punta così a ridurre la propria capacità produttiva da 3,5 a 2,5 milioni di unità a livello globale, esclusa la Cina, e tagliare 20mila posti di lavoro su scala mondiale. La casa automobilistica giapponese ha registrato una perdita netta di circa 3,9 miliardi di euro nell’anno fiscale 2024, a fronte del calo delle vendite nei suoi due principali mercati, gli Stati Uniti e la Cina. Nissan sta anche considerando di ridurre il numero dei siti produttivi da 17 a 10, in patria e all’estero entro l’anno fiscale 2027.